Il futuro della mobilità tra smart roads e automazione dei veicoli
Pubblicato il 10/11/2017 in Editoriali
Non sono ancora i tempi immaginati da Ridley Scott in Blade Runner, ma a breve anche sulle strade italiane ci saranno veicoli che dialogheranno con le infrastrutture su cui viaggiano. Si inizierà dal Sud. Non solo perché proprio nei giorni scorsi è stata siglata un’intesa per la realizzazione della tangenziale di Catania in versione smart, ma anche perché entro il prossimo decennio la A2, l’Autostrada del Mediterraneo, sarà la prima arteria stradale totalmente connessa. Nel frattempo si continuerà a lavorare anche sull’automazione dei veicoli, fino al livello 5, quello che prevede la totale autonomia. La tecnologia sta andando avanti, manca però una sperimentazione efficace che scongiuri episodi come quello accaduto un anno fa negli Stati Uniti quando una Tesla è stata protagonista di un incidente in cui è morto il pilota del veicolo. La National Transport Safety Board – l’agenzia americana che indaga sugli incidenti dei vari mezzi di trasporto in ambito civile – ha stabilito che i sistemi di bordo hanno lavorato correttamente in modalità semi-autonoma ma che è mancato un intervento umano adeguato: in pratica è l’uomo ad essere sempre e comunque responsabile. Sarà questa la linea che si seguirà anche in Europa? Solo l’esperienza sul campo potrà far emergere problemi e incongruenze. Questa la linea del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che sta preparando un decreto dedicato al processo di trasformazione digitale della rete viaria nazionale. Una sperimentazione, condotta insieme ai principali enti di ricerca, nel corso della quale scenderanno in strada, per la prima volta in Italia, veicoli a guida autonoma.
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