Giovani, trasporto, futuro
Pubblicato il 13/12/2016 in Editoriali
Riavvicinare i giovani a un mestiere, quello di autista di veicoli pesanti, oggi di quasi esclusivo appannaggio di lavoratori dell’Est Europa. L’obiettivo che si pone l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori, insieme con le associazioni di categoria, il MIT, il ministero dell’Istruzione e quello del Lavoro, importanti partner come i costruttori dei veicoli o il mondo delle autoscuole e degli enti formativi, è certo ambizioso. Si tratta di un progetto che vuole avvicinare i giovani italiani a questa professione, ma che soprattutto – partendo proprio dai giovani – vuole modificare l’opinione che di questa professione hanno gli italiani. In un periodo caratterizzato dalla forte difficoltà di approccio a una prima occupazione, il settore del trasporto e della logistica può essere un interessante ambiente di apprendimento e di crescita. Del resto, come avevamo testimoniato nei numeri precedenti di Tir, i corsi scolastici con indirizzo di “Trasporti e logistica” hanno visto aumentare in maniera esponenziale i propri iscritti negli ultimi anni, segno che l’interesse (e le aspettative) su questo settore sono ancora vivi.
Progetto Giovani – questo il nome dell’iniziativa – si articola attraverso quattro diverse direttrici. La prima riguarda la promozione della figura dell’autista di mezzi pesanti e la rivalutazione di questo lavoro attraverso iniziative dedicate al tema. La seconda attiene la formazione specifica rivolta alle scuole superiori, informando gli studenti degli ultimi anni sulle caratteristiche di un mestiere che cammina parallelamente con la tecnologia. Il terzo livello del progetto si sviluppa attraverso il conseguimento della patente e della Carta di Qualificazione Conducenti, grazie anche al contributo dell’Albo. Ottenuti i titoli abilitativi, sarà possibile, quindi, raggiungere l’ultimo step: grazie alla collaborazione delle associazioni di categoria, i giovani potranno svolgere uno stage di alcuni mesi presso le aziende e mettere in pratica ciò che hanno appreso tra i banchi. Si tratta quindi di una iniziativa concreta che parla direttamente con i ragazzi e con le ragazze che vogliono entrare dalla porta principale in questa realtà, andando oltre alcuni degli stereotipi più radicati ma anche più superati. Quello dell’autotrasportatore è senza dubbio un mestiere duro, impegnativo e usurante, ma anche una professione qualificata e di estrema responsabilità: per mettersi alla guida dei nuovi mezzi in circolazione sono necessarie infatti sempre più conoscenze specifiche e dimestichezza con le nuove tecnologie, più che la confidenza con valvole e pistoni. Un altro fattore di indubbio appeal per le nuove generazioni.
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