Gioco di ruolo
Pubblicato il 9/3/2015 in Editoriali
Quella che l’autotrasporto sta giocando in queste settimane è una partita davvero delicata: in ballo non ci sono solo alcune vicende territoriali, ma il ruolo stesso che le imprese italiane di autotrasporto dovranno avere nei prossimi anni per lo sviluppo e la crescita del nostro Paese.
A ben vedere, infatti, tutti i tavoli nazionali ed internazionali aperti ruotano attorno a questo comune denominatore: quale sistema, e soprattutto con quale bandiera, dovrà garantire la movimentazione delle merci in Italia nei prossimi anni.
Prendiamo il caso della rottura del tavolo di trattativa italo-turco, di cui riferiamo nelle pagine successive. Il processo di internazionalizzazione dell’industria italiana ha portato in quel Paese, nel corso degli anni, diversi marchi italiani attratti dalle migliori condizioni del mercato. I vettori turchi hanno saputo approfittare di questa situazione e ora, dopo anni di crescita, vogliono ampliare i propri sbocchi commerciali chiedendo più autorizzazioni per caricare e scaricare in Italia. La coraggiosa resistenza del ministero dei Trasporti, rinforzata dalla ferma presa di posizione delle associazioni di categoria italiane, ha per ora (per ora) scongiurato questo tentativo, ma non è difficile immaginare nuovi assalti che potrebbero fare breccia nei buoni rapporti tra i due Paesi. Con l’autotrasporto italiano a fare, ancora una volta, la vittima sacrificale. Ecco perché precisazioni come quelle del MISE a proposito della vicenda Ilva, anche se per noi banali, devono rimbalzare su tutti i tavoli della politica, soprattutto in quelli dove NON si parla di autotrasporto ma si discute dei temi della politica e dell’economia. “A chiarimento dei dubbi interpretativi circolati, il ministero dello Sviluppo Economico precisa che nella categoria dei crediti prededucibili rientrano quelli di imprese che hanno contribuito all’attività di gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti produttivi, ivi comprese le imprese di autotrasporto che consentono la manutenzione di materie prime, merci e prodotti finiti e la funzionalità degli impianti produttivi”. Ecco, senza autotrasporto gli impianti produttivi non funzionano. Se continuiamo a marginalizzare gli operatori italiani a favore di players esteri, non facciamo solo un danno al sistema Paese, ma mettiamo un pezzo strategico del nostro futuro in mani straniere.
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