Dopo la pandemia il caro-energia: inizio d’anno con freno tirato per l’autotrasporto

Pubblicato il 7/2/2022 in Editoriali

Dopo la pandemia il caro-energia: inizio d’anno con freno tirato per l’autotrasporto

Caro-energia è la parola al centro di questi primi mesi del 2022.
Un problema complesso che ci portiamo in eredità dallo scorso anno e che affonda le radici in questioni ben più lontane, nel tempo e nei luoghi.
Ne avevamo già parlato anche sulle pagine di questa rivista. La mancanza di autonomia energetica riguarda l’Italia e l’Unione europea e non pare essere di soluzione immediata, almeno fino a quando si dipenderà principalmente dalle fonti fossili. Le continue tensioni in Medio Oriente, la crisi riaccesa in Ucraina, gli attriti fra Usa e Russia certo non favoriscono un contesto di normalizzazione.

E mentre a livello comunitario si continua a cercare un’intesa su una strategia che affronti il lievitare dei prezzi, nel nostro Paese il Governo è da settimane chiamato in causa da quasi la totalità dei settori produttivi.
Nei giorni scorsi, il petrolio ha toccato i 90 dollari al barile per la prima volta dal 2014.
Negli ultimi 12 mesi per il diesel il costo è salito di circa il 22%. E intanto, le bollette diventano più pesanti, per cittadini e imprese. La progressiva crescita del costo dei carburanti grava profondamente anche sul mondo dell’autotrasporto.

Secondo una recente analisi delle associazioni di categoria del settore, con i prezzi attuali i costi di gestione di un camion a gasolio aumentano di più di 9mila euro l’anno; una cifra che raddoppia nel caso dei mezzi a metano. Tutto questo rappresenta un fardello insostenibile per molte imprese che, dopo aver fronteggiato gli effetti della crisi pandemica, si trovano ora a gestire un fattore che potrebbe metterne in discussione la stessa sopravvivenza.

da Tir 245 – febbraio 2022