Autotrasporto tra competitività e tutela dei lavoratori
Pubblicato il 11/1/2018 in Editoriali
Gli eventi della Castelfrigo di Castelnuovo Rangone, con lo sciopero della fame di alcuni lavoratori della logistica, le proteste dei dipendenti di Amazon a Natale e le tante vertenze che segnano il settore ci spingono ad aprire l’anno con una riflessione.
Le aziende sono chiamate sempre più a fare i conti con la necessità di essere competitive in un mercato aperto, dominato purtroppo nel caso dei trasporti da dumping e concorrenza sleale. Ma non ci può essere competitività ad ogni costo.
Nel settore dei trasporti il tema domina da anni la platea di Bruxelles. La Road Alliance e il pacchetto “L’Europa in movimento” sono la dimostrazione di come questi argomenti siano il fulcro attorno al quale ruotano e ruoteranno le politiche dei trasporti da qui ai prossimi anni.
L’obiettivo è di riuscire a conciliare diritti e competitività in un mondo che sta cambiando. Cambia il modo in cui si lavora, cambiano i mezzi su cui si opera, ma cambiano anche le caratteristiche e con esse le aspettative sia dei lavoratori della logistica sia degli stessi autisti, più consapevoli del proprio ruolo. In Paesi come la Spagna è sempre più difficile trovare persone che accettino di lavorare al di sotto di certe cifre, ma anche in Romania, il principale operatore di cabotaggio in Italia, si registra carenza di autisti disposti a lavorare in patria.
L’alta flessibilità dell’economia non può quindi scontrarsi con la tutela dei diritti dei lavoratori: sono entrambi due paradigmi dei nostri tempi. Non a caso l’ultimo Global Competitiveness Index del World Economic Forum identifica proprio questi due elementi come motori di crescita. Purché vadano di pari passo.
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