Autotrasporto sostenibile
Pubblicato il 16/2/2016 in Editoriali
Un sistema dei trasporti che sia realmente tale: funzionale, razionale, integrato e, soprattutto, sostenibile. È questo il futuro del settore in Italia, questa la risposta alle sfide che ci pone il resto d’Europa. Dopo che lo scorso 21 gennaio il Consiglio dei ministri ha dato l’ok al Piano strategico nazionale della Portualità e della Logistica, il Governo ha messo al centro della propria azione anche un altro segmento fondamentale dei trasporti, quello ferroviario, incontrando le associazioni di categoria e i principali attori del settore. Definire le priorità, i tempi e i tipi di intervento e pianificare le risorse significa contrastare la frammentazione che ha caratterizzato finora i ritardi italiani nelle infrastrutture e nella logistica, presentandosi sul mercato con una maggiore competitività.
L’incremento del trasporto merci su ferro (attualmente in Italia viaggia un quinto delle merci della Germania) e l’integrazione con i nodi portuali e stradali italiani oltre a un vantaggio economico per il Paese offrono la possibilità di andare verso una modalità realmente sostenibile.
Non va dimenticato, però, che all’interno dell’intermodalità, o della co-modalità come viene definita in ambito europeo, l’autotrasporto ha un ruolo chiave. Il trasporto merci su strada, fino all’ultimo miglio, è e resta infatti il sistema più diffuso e proprio per questo necessita di tutta l’attenzione possibile: a partire dall’attuazione di quegli interventi e degli investimenti descritti anche nella Legge di Stabilità. Dirottare risorse ai danni di un settore che muove l’80% delle merci in Italia, come qualcuno ha prospettato, non è certo il miglior viatico per un reale dialogo fra le modalità.
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