L’Internazionale Logistica
Pubblicato il 19/2/2014 in Editoriali
Sempre più spesso il mondo della logistica, di cui l’autotrasporto è una componente decisiva, sta diventando protagonista della scena mediatica. Finalmente anche l’opinione pubblica comincia a rendersi conto di quanto la vita di tutti noi dipenda dall’autotrasportatore, che sposta le merci, e dall’addetto logistico, che ne consente la movimentazione in magazzino. Così può anche capitare di leggere nell’editoriale del direttore dell’Internazionale, prestigioso periodico italiano, affermazioni del tipo “Che trasportino i mobili di Ikea o i pacchi per Dhl, il latte per Granarolo o la frutta per i supermercati Carrefour, i lavoratori di questo settore hanno un unico compito: consegnare le merci nel modo più rapido ed economico possibile. Sono l’ultimo anello di una lunga catena”. Oppure: “In questo settore, se i lavoratori decidono di fermarsi, tutto il sistema va in tilt. Di loro, nessuno può fare a meno”.
Certo, poi nello stesso pezzo si confondono i lavoratori dei magazzini con gli autotrasportatori, le finte cooperative con quelle sane, mettendo tutto in un unico calderone, a dimostrazione di come questo mondo, visto dall’esterno, sia complesso e misterioso. Una confusione che noi però abbiamo l’obbligo di chiarire, anche per marcare differenze sostanziali. Ad esempio. I Wu Ming, un collettivo di scrittori italiani, affermano sulla stessa rivista culturale: “I lavoratori del settore logistico hanno saputo superare divisioni etniche e frammentazioni e hanno aperto così una partita cruciale, sottolineando ancora una volta che la divisione reale che taglia la società non ha a che fare con etnie o culture ma è la dialettica tra sfruttati e sfruttatori, tra poveri e ricchi”. Ecco, nel caso degli autotrasportatori, il tutto si riduce invece spesso in una guerra tra poveri…
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